Oggi piรน che mai bisogna tutelare lโinformazione. In Cina, Russia, America ed Europa, la libera informazione รจ sotto attacco: censure sulle notizie e influenza politica nella stampa sono le principali minacce al nostro canale per conoscere e capire la realtร che ci circonda. In un mondo in cui tutto รจ informazione, lโabilitร di controllarne il flusso si rivela essere unโarma potente per influenzare (positivamente o negativamente) la visione della realtร . Ed รจ proprio per questo che i governi cercano di averne il controllo, sia lottando contro la disinformazione che cavalcandone l'onda.
Lโinformazione libera รจ il mezzo principale per conoscere e comprendere il mondo in cui viviamo e la sua tutela da un punto di vista legale costituisce ancora uno spazio di dibattito internazionale. Mentre in alcuni stati come il Sudafrica il diritto allโinformazione รจ sancito dalla moderna costituzione del 1996, spesso invece tale diritto viene concepito come parte e punto di unione delle libertร di stampa, di espressione e di pensiero. Ne รจ un chiaro esempio in Europa lโItalia: nellโarticolo 21 della Costituzione viene garantita la tutela di tali libertร e tramite queste anche il diritto alla libera informazione. Tuttavia, non sempre รจ possibile fare affidamento sul libero veicolare delle informazioni e del pensiero. Soprattutto nei moderni governi autoritari, come Cina e Russia, la stampa รจ sotto il rigido controllo del partito al governo e la macchina della censura funziona tramite un sofisticato sistema di sorveglianza. Le conseguenze sono numerose sia a livello domestico sia nella dimensione internazionale: quando viene meno la libertร di stampa anche lโinformazione รจ compromessa.
Ne รจ un esempio lampante la Cina: nella costituzione della repubblica lโarticolo 35 garantisce a tutti i cittadini cinesi la libertร di stampa e di parola e addirittura con lโarticolo 41 viene sancito il diritto di portare critiche e suggerimenti in merito a qualunque organo dello stato. Ma quanto messo su carta รจ ben diverso dalla realtร : รจ ora presente lโAmministrazione generale della stampa e delle pubblicazioni (Gapp) che, seguendo lโideologia comunista e maoista, guida la ricerca culturale del paese e controlla il Ministero della cultura, il Quotidiano del popolo e molti altri enti e testate. Quindi รจ un organo governativo e che segue rigidamente la dottrina del partito a supervisionare le informazioni trasmesse al popolo e al mondo intero, venendo quindi meno un'importante condizione: lโindipendenza della stampa dal controllo politico. Inoltre il controllo sullโinformazione avviene non solo tramite la censura della stampa, ma anche attraverso le limitazioni in alcuni casi e il blocco completo in altri delle piattaforme internet di ricerca e dei social network. Le numerose testimonianze dei corrispondenti occidentali in Cina portano alla luce episodi e pratiche utilizzate per armonizzare gli articoli e pubblicazioni nazionali e non: termini bloccati per la ricerca, impossibilitร di accedere a certe pagine internet e continue conferenze stampa dove vengono solo raccontati i fatti e non vi รจ mai spazio per la discussione. Ma al giorno dโoggi, in seguito allโavvento di internet e alla creazione dei social network, i governi autoritari si trovano a dover gestire uno spazio di dibattito e di scambio di informazioni ben piรน grande di quella che raggiungevano i classici mezzi di stampa cartacea. Le nuove โsfideโ per la gestione dellโinformazione, su cui si basa lโimmagine internazionale del paese, vengono affrontate tramite la cosiddetta sovranitร digitale. Con sovranitร digitale si intende una particolare gestione dello spazio cibernetico che prevede il possesso dei dati e delle rete di trasmissione da parte dello stato. Ne sono un esempio concreto la Cina, che da oltre due decenni ha attuato questo processo, e la Russia.
Tuttavia, la gestione dello spazio internet รจ ben diversa nei due paesi autoritari: mentre il governo cinese opera tramite il Grande Firewall bloccando le piattaforme principali, come i giganti di Facebook, Twitter e Instagram e il motore di ricerca Google, ma fornendo servizi simili nazionali, la Russia di Putin segue un percorso diverso. Gli utenti russi sono infatti abituati a usare sia le piattaforme nazionali sia i piรน celebri network mondiali, ma, con la riforma varata dal presidente russo il primo maggio, lo spazio internet del paese verrร isolato in caso di minacce online e in tali circostanze Roskomnadzor, l'agenzia statale a supervisione delle telecomunicazioni, potrร prenderne il controllo. Tuttavia, in che cosa consistono le minacce sopracitate non รจ chiaro e stabilito, lasciando cosรฌ un grande margine di intervento statale nel controllo e nella diffusione dei dati. Questo fenomeno offre uno spunto di riflessione su quanto il controllo delle informazioni sia lo strumento sempre piรน usato dai governi autocratici per il controllo politico e sociale dello stato e della popolazione. Non potendo comunicare con semplicitร e impunemente con lโesterno, la vita nello stato autoritario diventa la norma e la repressione delle libertร la consuetudine.
Tuttavia, nelle moderne democrazie occidentali, dove sembra che il fenomeno riguardi solo Russia e Cina, non bisogna cadere nella tentazione di pensare che tale problema sia lontano dalla nostra quotidianitร , ma รจ necessario acquisire consapevolezza che ormai proprio questo riguarda sempre di piรน il rapporto fra cittadini e politica, cittadini e realtร . Infatti, anche in Europa e in America, sfortunatamente lโinformazione รจ spesso plasmata per scopi di profitto, per ragioni di politiche interne (come ottenere consenso elettorale o supporto a ideologie e programmi), per vantaggi economici e per convinzioni personali. In concreto ciรฒ si realizza con le fake news, ovvero non solo notizie false e inventate, ma anche notizie distorte, appositamente create per assomigliare a notizie legittime.
La disinformazione รจ lโoggetto principale e lโobiettivo ultimo delle fake news. La cosiddetta infodemia che ci troviamo a vivere รจ accentuata dal fatto che le notizie false hanno un drammatico effetto: secondo uno studio del Massachusetts Institute of Technology di Boston cโรจ il 70% di probabilitร in piรน che una notizia falsa venga condivisa rispetto a una vera. In Italia, lโOsservatorio sulla disinformazione on line dellโAgcom (Autoritร per le garanzie nelle comunicazioni) ha analizzato migliaia di dati, notizie e fonti, arrivando a stabilire che, in questo periodo di pandemia, le notizie sul Covid-19 sono diffuse oltre al 50% da cosiddette fonti di disinformazione. Anche i Governi tentano di arginare questo problema: task force vengono create a livello nazionale ed europeo per contrastare la diffusione di fake news, ma molto spesso i diffusori di notizie pericolose sono membri di spicco dello scenario politico e del mondo dello spettacolo. Sfortunatamente, tra i maggiori diffusori di notizie incomplete, inesatte e spesso fuorvianti cโรจ anche il Presidente Americano Donald Trump, con i suoi celebri tweet che sminuiscono lโimportanza dellโuso delle mascherine e della gravitร del Covid-19.
Proprio i social network, dove le fake news veicolano spesso indisturbate, hanno attuato nellโultimo anno una strategia per limitare la diffusione di notizie false, fuorvianti e ritenute potenzialmente pericolose per la loro natura fasulla e costruita. Il sistema di eliminazione di notizie false, la segnalazione di post come potenzialmente fuorvianti e la sospensione degli account per un breve lasso di tempo si basano sul sistema di fact checking usato da molte piattaforme, tra cui Twitter, Facebook e Google. Questi giganti dello scambio di notizie, informazioni e opinioni si mettono in prima linea nella lotta per salvaguardare lโintegritร dellโinformazione tramite le certificazioni da reti indipendenti, come International Fact-Checking Network utilizzato da Facebook. A questo punto รจ perรฒ necessario capire chi e come stabilisce quali notizie possano restare sulle piattaforme e quali vengano valutate come pericolose per gli iscritti e soprattutto se la โcensuraโ effettuata non leda le fondamentali libertร dโespressione e dโopinione. La critica, mossa anche dal presidente Trump, รจ perรฒ povera di sostegno: le notizie oscurate dai social network sono infatti quelle fasulle, fuorvianti, inventate e che rischiano di avere serie ripercussioni.
Non solo quindi in alcuni paesi del mondo, con governi prettamente autocratici, la libera informazione รจ ostacolata, ma nelle libere democrazie, paladine del diritto allโinformazione e della libertร di espressione, le fake news circolano con grande velocitร , mettendo a serio rischio il rapporto che hanno gli individui con la realtร che li circonda: leggere notizie false e fuorvianti puรฒ portare a formare opinioni inesatte, sterili e pericolose per lo sviluppo del pensiero critico degli individui e persino per la sopravvivenza, come abbiamo potuto notare durante la pandemia di Covid-19.